Fabrizio
Tarroni nel
teatro
in collaborazione con
John De Leo, Faxtet,
Serena Bandoli, Pino Cacucci, Ferruccio Filipazzi, Ivano Marescotti
(selezionare il progetto desiderato)
"ZANNA
BIANCA"
"MONSTERS"
"CITTA',
VISIONI"
"A
Duke Ellington non piaceva Hitchcock"
"TINA
& FRIDA"
"RINTOCCHI D'ODIO e D'AMORE"
"A
l'amour comme à la guerre"
Beyond
the Romagna sky
(“progetto Romagna”)
"NOTTURNO
INDIANO"
"IL BRUTTO ANATROCCOLO"
"MONSTERS"
John De Leo - voce
Fabrizio Tarroni - chitarra
Danilo Rea - pianoforte
Massimo Salciccia Ottoni - video istallazioni
Franco Naddei - manipolatore del suono
Presentato in anteprima nel corso della
XXIV edizione di
"Rumori Mediterranei"
Roccella Jonica Jazz
Festival
Reggio Calabria, Martone, Roccella Jonica, Marina di Gioiosa - 16/22
agosto 2004

Recensione di Enzo Fugaldi (
www.jazzitalia.it )
Il pomeriggio del 19 agosto era dedicato allo spettacolo che ha dato il
titolo all'edizione 2004
del festival, "Monsters". Nulla di
improvvisato stavolta, con una performance curata nei minimi
particolari dalla avventurosa voce di John De Leo, dalla
chitarra di Fabrizio Tarroni e dal pianoforte di
Danilo Rea,
e dalle estemporanee creazioni dell'artista
visuale Massimo Salciccia Ottoni, con la scenografia di
Stefano Cortesi Malatosano ed i suoni manipolati di
Franco Naddei. All'inizio una dimensione soprattutto
recitativa, pienamente da teatro contemporaneo, tutta dominata
dalle non comuni capacità vocali di De Leo, che ha recitato
testi di
Richard Matheson, propri e di Stefano Benni, per poi passare ai
brani
cantati, da
Stormy Weather, al montaggio di due canzoni di Luigi Tenco (Vedrai,
Vedrai e Un Giorno Dopo L'altro), a Birdland
dei Weather Report, fino al bis di Cheek to Cheek. De Leo
ha impegnato la sua ardita vocalità, spalleggiato egregiamente
da chitarra e pianoforte da soli o insieme, creando linee di
walking bass, suoni di batteria, utilizzando tutto il suo
vasto repertorio tecnico. Da citare sotto l'aspetto teatrale il
curioso finale, con i tre musicisti visti come sagome dietro uno
schermo, mentre vengono fatti scorrere i titoli di coda con le
credits dello spettacolo.
info
WWW.JOHNDELEO.NET
|
Accademia Perduta Romagna Teatri
presenta
ZANNA BIANCA
dal romanzo di J.London

Racconto e
canto: Ferruccio Filipazzi
Chitarra,
voce: Fabrizio Tarroni
Luci, Voce e
manipolazioni dei suoni: Franco Naddei
Scenografia
Giulia Bonaldi
Regia,
collaborazione drammaturgica, progetto luci:
Piera Rossi
Musiche:
Fabrizio Tarroni
(
per la Scuola Elementare )

Fabtizio Tarroni, dopo la precedente esperienza nel Teatro Ragazzi con lo spettacolo
"Il Brutto Anatroccolo", sempre al fianco di Ferruccio Filipazzi
nel 2000/2002....Ha
debuttato domenica 14 gennaio al teatro "Il Piccolo" di Forlì, il
nuovo spettacolo per ragazzi Zanna Bianca, con
Ferruccio Filipazzi voce narrante e canto, Franco Naddei
(Francobeat) alle luci e manipolazioni dei suoni
e voce.... e Fabrizio Tarroni chitarra, voce...ed
autore delle musiche.
Scheda spettacolo
|
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"Città, visioni"
(Villes, visions)
con Nicoletta Zabini e Faxtet
di Sylviane Dupuis
...è il nuovo intrigante capitolo
realizzato nella collana “Carta da Musica” dalle edizioni
Mobydick - che prosegue nel progetto ormai decennale, e forse
primo in Italia, di coniugazioni tra letterature e musica.

Particolarmente evocativo e originale, Città, visioni ci
presenta 19 inediti della scrittrice elvetica di lingua francese
Sylviane Dupuis - tradotti da Monica Pavani per la
voce dell’attrice Nicoletta Zabini, che si fonde alle
musiche originali realizzate dal Faxtet, collaudato
quintetto capace di spaziare dal jazz al blues, dagli standard
alle composizioni proprie sempre mantenendo una voce
riconoscibile.
Città, visioni
è una suite che si sviluppa nell’arco di 6 movimenti
contigui eppure assai variegati, sia nel tono che nelle atmosfere.
Alcuni dei testi acquistano ulteriore e particolare fascino grazie
alla voce dell’autrice stessa, che interpreta una decina di
liriche “raddoppiando” la versione italiana.
Città, visioni,
che arriva dopo esperienze quali Duke & Co. (con Paolo
Nori a interpretare alcuni testi di Aldo Gianolio),
Storie di jazz (su testi di Lucarelli e Rigosi),
Invel e Insen (del poeta “multilingue” Giovanni
Nadiani) ci offre una rara sintesi di reale interazione tra
parole, musica e teatro.
Lo spettacolo - che gli interpreti
del cd stanno approntando per il 2005 - prevede anche l’intervento
di una danzatrice a completare ed arricchire la proposta.
-------------
Sylviane Dupuis è nata a Ginevra, dove vive,
nel 1956. Poetessa, drammaturga e saggista, la sua attività di
scrittura attraversa generi diversi con uguale intensità e
passione.
Oltre a due volumi di saggi, ha pubblicato
cinque raccolte di poesia e opere teatrali che sono state
rappresentate a Ginevra, Zurigo, Berlino, Montréal e in Lituania.
Mobydick ha già pubblicato, nel 2004, Teatro della parola
(poema a due voci) e la raccolta Geometria dell'illimitato.
Nicoletta Zabini è nata a Ferrara nel 1958.
Attrice e pedagoga, attiva nell'area del teatro di ricerca e
sperimentazione, si è formata con Cora Herrendorf e Horacio
Czertok nell'ambito del Teatro Nucleo di Ferrara, dove - dal 1979
al 2001 - è presente in tutte le attività, partecipa a spettacoli
e tournée in tutto il mondo e svolge una intensa attività di
formatrice, sviluppando in prevalenza il lavoro dell'attore e la
ricerca vocale. Attualmente si occupa di pedagogia teatrale e di
regia, realizzando docenze e laboratori per diversi organismi
teatrali e Università.
Faxtet è una formazione di "bluejazz"
con quattro lavori discografici all’attivo (il più recente è
Selavì, 2001), quasi 300 concerti e alcuni tour all'estero
(tra l'altro al Festival Jazz di Cork e all'Heineken Jazz & Blues
Festival di Monaghan). Nel corso degli ultimi anni Faxtet
ha poi sviluppato la ricerca legata all'abbinamento di letteratura
e musica, realizzando i libri-cd Invel (1997) e Insen
... (2001), con Giovanni Nadiani; Storie di Jazz
(1999), basato su racconti di Lucarelli e Rigosi; Duke & Co.
(2003), dai racconti di Aldo Gianolio. Incisioni poi portate in
scena come spettacoli teatrali assieme a Ivano Marescotti, Angela
Pezzi, Ferruccio Filipazzi e Matteo Belli.
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"A
Duke Ellington non piaceva Hitchcock"
opera
prima di Aldo Gianolio (Ed.Mobydick)
Ivano
Marescotti e Faxtet
-con-
Ivano MARESCOTTI:
Voce recitante
Fabrizio TARRONI: Chitarra
Guido LEOTTA: Flauto e Sax
Alessandro VALENTINI: Tromba
Andrea BACCHILEGA: Batteria
Gianluca RAVAGLIA: Contrabbasso
Nell’autunno
dello scorso anno è uscita la raccolta di racconti "
A
Duke Ellington non piaceva Hitchcock" (MobyDick),
di Aldo Gianolio. Gennaio 2003: il libro vede già
la sua seconda edizione...in preparazione il libro-CD per la
collana "Carta da Musica" (MobyDick)
Il
22 dicembre 2002, al Teatro San Giovanni di Modena, ha debuttato
lo spettacolo teatrale tratto dalla raccolta: l’attore Ivano
Marescotti interpreta alcuni racconti, la “bluejazz band”
Faxtet realizza la colonna sonora originale. Tutto esaurito,
richieste di bis, commenti entusiastici.
Questa,
in pochissime righe, la cronistoria di una comune, immensa
passione concretizzata in maniera “multimediale”, abbinando
musica, letteratura, teatro.
Aldo
Gianolio
critico che collabora da tempo a “Musica
Jazz” e “L’Unità”, aveva già dato un saggio
di questa sua attività “parallela” su rivista, e alcuni dei
testi poi confluiti nella raccolta li avevamo ascoltati in
primavera su Rai-Radio
Tre (nel corso del programma “Storyville”).
Gianolio affronta in maniera scoppiettante ed ironica, a tratti
amara e sarcastica, la narrazione di eventi legati ai grandi del
jazz (Duke, Monk, Mingus ... ma ce ne sono altri ventisei, nel
libro) affidando le sue parole al fantomatico John Ferro, critico
musicale che è falso e reale al tempo stesso, come del resto il
congresso a cui è diretto, e le storie che ci racconta. La magia
di questo libro sta tutta lì, quando scopriamo che non ha nessuna
importanza se quel che stiamo leggendo sia vero, verosimile,
palesemente frutto d’invenzione ... Una prosa scorrevole eppure
mai banale, un libro capace di rivolgersi anche ai non addetti ai
lavori ma documentato e “serissimo”. Il passaparola tra
lettori ne ha decretato il successo ancor prima dei (molti e
unanimi) consensi da parte della stampa e degli “addetti ai
lavori”.
Ivano
Marescotti
...è attore teatrale e
cinematografico, il suo curriculum talmente vasto che (forse)
sarebbe noioso anche solo riassumerlo. L’incontro con Gianolio -
a Roccella Jonica, proprio nell’ambito di quella parte di
festival dedicata all’unione di musica e letteratura - si è
rivelato un colpo di fulmine. Il
debutto modenese ha mostrato un professionista capace di
divertirsi, lui per primo, alle storie che si andavano dipanando
sul palco. Il rendersi disponibile per replicare A Duke
Ellington non piaceva Hitchcock, compatibilmente con i
moltissimi impegni già “firmati” che lo sballottano in giro
per tutt’Italia, sta a dimostrare il coinvolgimento e
l’affetto profusi da Marescotti in questa avventura.
Faxtet
...è una formazione non nuova a esperienze di
“musica/letteratura/teatro”. Oltre alla produzione di lavori
“propri”, infatti, il gruppo romagnolo ha realizzato le
colonne sonore - poi diventate libri-cd - per gli spettacoli del
poeta multi-lingue Giovanni Nadiani (Invel e Insen,
rappresentati anche fuori d’Italia) e per Storie di Jazz,
un lavoro nato sui testi di Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi e
portato in scena in collaborazione con l’attore milanese
Ferruccio Filipazzi.
Il gruppo mostra la capacità di saper interagire con gli altri
protagonisti del progetto in maniera rispettosa e creativa,
mantenendo quel raro equilibrio che mette in scena musiche mai
“invasive” e che al tempo stesso non si limitano a
“commentare” le parole in maniera anonima.
A Duke Ellington
non piaceva Hitchcock - nel caso di precedenti impegni di
Marescotti ma anche nell’eventualità di situazioni e budget
“differenziati” - è disponibile in “versioni alternative”
che vedono all’opera lo scrittore Paolo Nori o il
musicista/scrittore Guido Leotta. Versioni che hanno già avuto il
loro rodaggio - e ricevuto apprezzamenti - nell’ambito di
presentazioni a Parma, Rieti, Verona, Faenza e nell’ambito della
rassegna editoriale “Parole nel Tempo” a Belgioioso.

Ivano
Mrescotti
Faxtet
Il
libro è già disponibile... e dal 15/12/2003 anche su Libro-CD
(Ed. Mobydick)
puoi
richiedere il libro o il CD scrivendo una mail a
faredollars
oppure, contattare direttamente la casa editrice


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info
mail phone
vedi
news
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TINA
& FRIDA
Pino Cacucci
voce narrante
Serena Bandoli
voce
Fabrizio Tarroni
chitarra e diavolerie elettroniche
Recital
di letture, immagini e suoni
sulla vita e le opere
della pittrice Frida Khalo e la fotografa Tina Modotti.
I
cuori di Frida
Mai
un’artista tanto martoriata nel corpo è riuscita a trasformare
la sofferenza in energia per la propria arte. Esile e fortissima,
Frida Khalo non è solo una pittrice ma un personaggio tra i più
interessanti del ‘900. La malattia, l’amore quasi ossessivo
per Diego Rivera, la predilezione per l’autoritratto e la fede
rivoluzionaria, sono le tappe principali di questo viaggio.
Pino
Cacucci e Tina Modotti
Una selva di sombreros che sciama nella calle: contadini in lotta,
colti durante una manifestazione, eredi della dignità e
dell’orgoglio di essere messicani, valori propugnati da Emiliano
Zapata e da Pancho Villa nella prima rivoluzione del XX secolo.
Tina Modotti scatta questa immagine nel 1928, quando Zapata è
stato assassinato da 9 anni e Villa da 5.
Ma i campesinos non si
sono piegati, e lei è lì, in Messico, attratta dal clima di
frenetica creatività post-rivoluzionaria: i muralisti dipingono
in pubblico su spazi della comunità, rifiutando il “privato”
della tela, scrittori e poeti si assumono compiti istituzionali
nell’educazione della nuova generazione, intellettuali di ogni
angolo del mondo - dalle Americhe all’Europa, e persino
dall’Asia - accorrono in Messico per assistere, e tentare di
partecipare, alla costruzione di una società nuova, di un nuovo
modo di intendere i rapporti tra esseri umani. Molte aspettative
verranno deluse e tradite, ma non importa: in quegli anni tutto
sembra possibile e realizzabile. Tina ha abbandonato la ricerca
stilistica che la voleva “allieva di Weston”; le pur
memorabili foto naturalistiche hanno lasciato il posto alle donne,
agli uomini, ai bambini. Tina ha gettato le basi di quello che
verrà poi definito “reportage sociale”, che altri seguiranno
ottenendo maggior diffusione nel mondo, come i fotoreporter della
Magnum.
Volti di donne indigene umili quanto fiere, nella loro espressione
indomita, corpi di scaricatori nel porto di Veracruz, mani che
lavano panni o muovono fili di burattini, mani dalle mille
fatiche, percorse da vene e tendini a fior di pelle… Falci,
chitarre e cartuccere, a sintetizzare la “messicanità”, fatta
di un duro lavoro, musica struggente e combattività.
E non ha remore neppure a creare fotomontaggi: un immenso
cartellone che pubblicizza vestiti di lusso, messo a sovrastare un
uomo sfinito sul marciapiede, emblema della disparità tra inganno
consumista e realtà quotidiana. Per Tina, la macchina
fotografica, la pesante Graflex grande formato che si porta in
spalla per mezzo Messico, è uno strumento di denuncia, non più
un mezzo espressivo artistico.
Qualche anno più tardi, non le basterà più, e si dedicherà
interamente alla militanza, decidendo che “c’è troppo da fare
per trovare il tempo di scattare foto”. Figlia di emigranti,
partita dall’Italia della miseria a soli 17 anni su un
mercantile diretto a San Francisco, attraversò da protagonista
gli eventi che fecero e mutarono la storia del suo secolo,
lasciandoci immagini immortali del breve periodo in cui usò la
fotografia come avrebbe usato il proprio corpo: per affermare la
libertà di scelta e l’indipendenza di donna e rivoluzionaria.
Fabrizio
e Serena
Pino Cacucci
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faredollars
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PROSSIMO APPUNTAMENTO 17/03/2004
Teatro Masini Faenza
"RINTOCCHI D'ODIO e D'AMORE"
ECHI E VOCI DELLA NARRATIVA ITALIANA
Ferruccio Filipazzi
voce
narrante
John DeLeo
Voce e diavolerie
Fabrizio
Tarroni
Chitarra e diavolerie

..l'improvvisazione che crea l'ambiente...
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Foto
___________________________________________
"NOTTURNO
INDIANO"
Lettura-concerto
del capolavoro di Antonio Tabucchi
a cura di
Ferruccio Filipazzi
voce
narrante
Fabrizio
Tarroni
Chitarra, Sitar, Violino…e diavolerie elettroniche
Gabriele
Bombardini
Chitarra e effetti
Paolo Ciarchi
Rumorista…flauti...sitar...”tuttofono”...
India...
Un
uomo cerca un altro uomo.
All’ospedale di Bombay, brulicante di uomini e scarafaggi…ed
al Taj Mahal, l’albergo più fastoso di tutta l’Asia…
Su un treno incontrerà un uomo di un’altra religione che sta
andando a morire in una città santa…
Su una spiaggia…un ex postino americano che vive in una comunità
di “fricchettoni”…
Su una corriera sgangherata…un bambino che porta attaccato al
collo una creatura deforme che legge il futuro…
...un viaggio vero insomma, che ci ha suggerito un “viaggio”
musicale...una suite ininterrotta, dove le parole entrano come
frammenti in una partitura che si muove continuamente seguendo gli
umori e le atmosfere del viaggio.
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Feruccio Filipazzi
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"A
l'amour comme à la guerre"
Viaggio fra poesia e
canzone d'autore francese
da J.Brel a E. Piaf.
con
Serena Bandoli - Voce (canto e letture)
Fabrizio Tarroni - Chitarra

seleziona per ingrandire
su richiesta il recital si avvale dell'attore
Ferruccio Filipazzi - voce narrante
"Una canzone, non è fatta solo per essere
cantata, ma per essere mimata, raccontata, se tutto il mio
corpo non aiuta il mio testo, non è più una
canzone".
Queste poche righe di J.Brel sono uno degli spunti da
cui è partito questo progetto: Dar vita e
corpo…”quasi teatrali” alle canzoni.
Un recital non filologico, dove si alternano “pathos”
ed una pungente ironia...
Dove si respira l`aria delle notti nei locali della Parigi
del dopoguerra, dove si mescolava vino e poesia e musica e
filosofia insieme alle anime solitarie di J.Brel e E.Piaf,
ma anche di J.Prevert, B.Vian e L.Ferrè.
Le loro canzoni, nella personale interperetazione del duo,
diventano corpo-voce dove si intrecciano amori romantici e
disperati, e dove l`impegno sociale si fa gesto morale
della denuncia e della insofferenza.
_____
...le canzoni...
Da E.Piaf:
Les amants d`un jour
Les flon flon du bal
La foule
Non, e ne regrette rien
Da J.Brel
Le plat pays
Au suivant
Les flamandes
Amsterdam
Ne me quitte pas
Da L.Ferrè
Avec le temps
Da J.Prevert/J.Kosma:
Les feuilles mortes
Da B.Vian
Le petit commerce
promo mp3
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faredollars
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IL BRUTTO ANATROCCOLO
liberamente ispirato da
H.
C. Andersen e C. Pinkola Estès
Accademia Perduta
teatro
ragazzi

Ferruccio Filipazzi
-
la voce che racconta
la voce che racconta
Serena Bandoli
-
la voce che canta
la voce che canta
Fabrizio Tarroni
-
la musica
Più di duecento repliche nei teatri italiani durante le stagioni
teatrali 1999/2000 e 2000/2001con buone opinioni della critica
audio-cassetta disponibile
“Quel che soprattutto mi piace è stare sotto il grande cielo
azzurro e sotto l’acqua fresca e azzurra…”. Per il gatto non aveva
alcun senso stare sott’acqua e criticava l’anatroccolo per i suoi
stupidi sogni. Per la gallina non aveva senso avere le penne tutte
bagnate e prendeva in giro anche lei l’anatroccolo. Alla fine fu
chiaro che anche lì non avrebbe trovato pace, e quindi
l’anatroccolo se ne andò per vedere se trovava qualcosa di meglio
lungo la via. Gli animali che popolano la fattoria sono cuccioli
spauriti o imprudenti, vecchi saggi o brontoloni, furbi,
prepotenti, coraggiosi… insomma creature che provano ad affrontare
la vita protetti e confortati in questa difficile avventura da
norme e codici che regolano i comportamenti.
E se l’uomo è diverso? Se nasce una grossa creatura sgraziata, la
pelle segnata da sinuose vene rosse e blu, i piedi di un porpora
chiaro e la pelle di un rosa trasparente? È facile dirgli “Come
sei brutto! Fila via!”. Scappa lontano il brutto anatroccolo e noi
proviamo a stargli vicino, a fargli coraggio; come Andersen,
strenuo difensore del bambino perduto e del suo diritto a cercare
e trovare i suoi simili.
Di Pinkola Estès ci è piaciuta la capacità poetica di inserire la
storia dell’anatroccolo nella più grande storia del cerchio della
vita, attraverso le diverse stagioni dell’uomo e della natura.
__________________________________
Le collaborazioni con l'attore
FERRUCCIO FILIPAZZI

...ma sì, Ferruccio ha lavorato alla Biennale di Venezia, al
Lirico, al Piccolo, allo Smeraldo,
a Bonn e a Monaco di Baviera... la verità è che l'unica cosa che
gli frega è raccontare storie...
le storie e le suggestioni degli spazi
ho letto storie d'acqua sui fiumi e davanti al lago,
storie di lupi mannari nei boschi,
storie di viaggi in stazione e sulle corriere...
e poi nei rifugi antiaerei, nei rifugi montani, nelle osterie,
in chiesa, nei parcheggi, nei centri commerciali, intorno al
fuoco.
le storie e le stagioni della vita
...ai piccoli storie per mangiare, per giocare, per guardare in
alto e per addormentarsi,
ai ragazzi per emozonarsi e innamorarsi,
agli anziani per tornare bambini, ragazzi,
... a tutti per ricordare.
le storie e la musica
Novecento di Baricco con Musicarte Jazz Group e FAXTET
Notturno indiano
di Tabucchi con Fabrizio Tarroni (chitarra/sitar/diavolerie
elettroniche), Paolo Ciarchi (sitar) e Federico Ulivi (chitarra),
Gabriele Bombardini (chitarra).
...con
Serena Bandoli (voce) e Fabrizio Tarroni
(chitarra): Donna di Porto Pin di Tabucchi, Parole
d'amore (autori vari),
A l'amour comme à la guerre omaggio alla poesia e alla
canzone francese.
... e poi, con altri musicisti, Beat generation, Sudamerica,
Gesù figlio dell'uomo, Pablo Neruda, Pensare con i piedi, Oceano
mare, A salsiccia e vino...
e-mail
Feruccio Filipazzi
info mail
phone
|
Prossima Data
04/01/2004
Teatro Comunale di Conselice (RA)
Beyond
the Romagna sky
(“progetto Romagna”)
Una produzione Tratti/Mobydick
con
Giuseppe Bellosi, Faxtet, Ivano Marescotti,
Giovanni Nadiani, Daniela Piccari, Fabrizio Tarroni, Guido Leotta,
Alessandro Valentini, GianLuca Ravaglia, Andrea Bacchilega, Simone
Zanchini, . Alessi.
Teatro Masini - 14.04.2003

Non
è certo da oggi che la lingua romagnola sa dimostrare la sua
vitalità. Scrittori come Raffaello Baldini o Tonino Guerra, ormai
da molti anni, si collocano ai vertici della poesia italiana
d’ogni tempo - a dimostrazione di come un dialetto dalle radici
profonde sappia coinvolgere pubblici diversi e geograficamente
lontani anche senza ricorrere alla risata “grassa”, alla farsa
o alla situazione boccaccesca.
Non è certo da oggi che attorno a questo “fenomeno” si
concentrano gli sforzi di realtà culturali quali la Cooperativa
Tratti e la Casa editrice Mobydick, che già nel 1996
realizzarono l’esaustiva antologia critica Le radici e il
sogno (a cura di Nevio Spadoni e Luciano Benini Sforza) nonché
l’importante convegno che ebbe luogo a Cesena in quello stesso
anno. Creando inevitabilmente un ulteriore punto di riferimento
per quanti condividono l’idea (lontana da qualsiasi ansia
secessionista) che è più facile derubare un popolo cui già
hanno portato via la lingua madre.
La forte oralità del romagnolo ha poi giocato un ruolo
indispensabile per proporre in teatri e festival quel “quid”
di phatos che è difficile riprodurre per intero sulle pagine di
un libro. E quando alle parole si sono unite musiche (non
necessariamente “etniche”) e attori dalla giusta sensibilità,
si è realizzato un mix dalle invidiabili prospettive. Già nel
1996 Daniela Piccari e il suo gruppo portano in scena lo
straordinario Vòusi dedicato alla poesia di Nino Pedretti,
mentre pochi mesi dopo è Giovanni Nadiani ad aggiungere
all’affresco una pennellata “contemporanea” con quell’Invel
messo in musica dal Faxtet. Esperienze più volte
replicate, accolte positivamente dal pubblico e dalla critica, che
questi artisti hanno poi saputo approfondire, sviluppare,
reinventare attraverso ulteriori progetti e collaborazioni.
D’altra parte: in questo arco di tempo Ivano Marescotti
ha dedicato molte energie alla creazione di un richiestissimo
“repertorio romagnolo”, così come Nevio Spadoni ha
“rigenerato” nel suo Lus quella Bêlda - fatucchiera
d’inizio ‘900 dall’incredibile modernità - portata in scena
da Ermanna Montanari (il successivo L’isola di Alcina è
stato poi presentato lo scorso anno nell’ambito di Ravenna in
Festival, con grande successo), mentre - in altri territori
artistici - un fotografo ormai di fama internazionale come
Giovanni Zaffagnini ha dedicato numerosi “scatti” ai paesaggi
che hanno ispirato parte della moderna lirica in dialetto ...Sono
solo alcuni degli esempi riconducibili a un “movimento”
solido, variegato, non certo casuale e tanto meno modaiolo. Perché
non coinvolgere, allora, buona parte di questi artisti in un
“progetto Romagna” da portare a teatro? Quale occasione
migliore per riascoltare frammenti significativi da Vòusi
o da Invel, ma anche materiale nuovo, inedito, che indichi
alcune delle strade che gli autori e i musicisti stanno
percorrendo, oggi?...Giuseppe
Bellosi
- figura unica nel nostro panorama culturale, poeta e critico,
esperto di storia e tradizioni, infaticabile ed eccellente
ambasciatore della poesia romagnola - sarà una sorta di Virgilio
che accompagnerà gli spettatori in un tragitto che va da Baldini
a Nadiani (“uniti” tra loro dalla voce di Marescotti), mentre
Faxtet e Daniela Piccari - tra jazz, blues e contaminazioni
“altre” - si occuperanno dell’originale colonna sonora.
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